Sembra di aver scoperto l’acqua calda, ma in epoca di doppia e tripla terapia “antitrombotica”, questa evidenza mancava.
L’articolo nordeuropeo Antiplatelet Therapy for Stable Coronary Artery Disease in Atrial Fibrillation Patients on Oral Anticoagulant: A Nationwide Cohort Study ripropone il problema dell’associazione tra antiaggreganti e warfarin, dimostrando che non si ha nessun beneficio aggiuntivo in termini di mortalità ischemica (l’analisi è su un database, prendetela com è) ma facendo balzare agli occhi un rischio quasi triplo di sanguinamenti, definiti “serious bleedings” (tutti con ricovero). Ho avuto una certa difficoltà ad estrapolare i dati dalle tabelle (confuse), ma in soldoni il 35% dei pazienti con CI stabile e FA si beccavano almeno ASA.
Vedrei meglio, concordando con gli autori, un atteggiamento più prudenziale, visto che vi sono tanti bei motivi per somministrare solo warfarin a questa tipologia di pazienti. Aspetto fiducioso commenti.
Cliccate sul titolo per l’articolo originale